L’Esperto Risponde

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Ernia para-urostomica con prolasso

Domanda

30 Ottobre 2019
da

Caso decisamente  complesso di ernia parastomale, ambito in cui mi sembra tu abbia notevole esperienza. In estrema sintesi: uomo decisamente voluminoso (190 cm per 120 kg circa) di 63 anni, sottoposto nel 2013 a cistoprostatectomia radicale sec. Bricker  + CT per k vescicale T3N1 infiltrante la prostata (urostomia in fossa iliaca destra); follow up oncologico regolare, sospeso un mese fa in assenza di ripresa di malattia (prosegue controlli urologici). Nel 2015 prima laparoplastica per laparocele mediano epi/mesogastrico (una sorta di Rives con protesi in ppl retromuscolare ma senza chiusura della fascia anteriore); nel 2018 ulteriore plastica protesica (Ventralex) per piccolo laparocele paramediano iliaco destro incarcerato.  Successiva evoluzione di laparocele parastomale con incarceramento dell’ansa urostomica (lunga per ureteri poco compiacenti) e stato urosettico (maggio u.s.), risolti in qualche modo con riduzione dell’ernia ed inserimento di un  catetere nell’ansa. La gestione del medesimo, benché abbia sinora garantito il deflusso urinario,  risulta comunque assai problematica  ed ha già richiesto alcune volte il suo riposizionamento in S.O. con ausilio endoscopico. Il paziente, che intuibilmente vive malamente questa condizione di precarietà, è già stato sottoposto a diverse TC per studio viscerale e di parete ed è stato invitato a provvedere ad un significativo calo ponderale (in effetti una decina di kg dovrebbe averli perduti) ma, al di là di questi aspetti, costituisce, almeno per la nostra esperienza, un caso di consistente complessità e nel quale, verosimilmente, c’è una sola cartuccia da poter sparare e, soprattutto, quella giusta. Saresti allora così gentile da darmi qualche dritta al proposito ?

Risposta

Bel caso! Andiamo per punti:

– il pz in effetti è un obeso (BMI 33) e senz ‘altro un significativo ulteriore calo ponderale non potrebbe che essere benefico
– Per valutare bene il caso avrei bisogno di vedere una TAC: me la puoi mandare? (con wetransfer le cose funzionano bene)
– Siamo sicuri che il problema risieda nell’ernia parastomiale o piuttosto in una urostomia professante? Cosa dicono gli urologi?
– Per quanto ci riguarda: la riparazione di ernia parastomiale in urostomia  è uno degli interventi più difficili e rischiosi soprattutto perché l’ansa anastomizzata tende ad assottigliarsi aumentando il rischio di una sua lesione. Penso che si debba procedere con un posizionamento retromuscolare-preperitoneale di una protesi biologica cross-linkata. Le alternative sintetiche sono troppo pericolose per il rischio di erosioni e perforazioni nella stomia stessa, le biosintetiche non mi danno ancora la sicurezza di tenuta a distanza.
– Nell’ipotesi che la sintomatologia sia in parte sostenuta dal prolasso bisognerebbe sentire gli urologi se hanno la necessità di bloccare l’ansa dall’interno

E’ possibile trattare un fistola anale con protesi biologica?

Domanda

03 Agosto 2015
da

Ho letto della possibilità di trattare le fistole anali con “colla”. Quali sono le percentuali di successo?

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Trattamento di Protesi Biologica Esposta

Domanda

17 Giugno 2011
da Dr. Francesco Valenti

È stato recentemente operato un paziente con peritonite acuta secondaria a deiescenza anastomotica ileo-ileale dopo chiusura di ileostomia di protezione ricorrendo a un trattamento aperto con VAC. Successivamente per la chiusura della parete abbiamo utilizzato una protesi biologica intraperitonale coperta superiormente da sottocute e cute (non fascia non essendocene a sufficienza). Nel post-operatorio la cute e il sottocute della parte più declive della ferita è andata incontro a necrosi, delimitata e successivamente recintata. La protesi biologica a questo punto risulta essere in parte esposta con fuoriuscita (nella porzione più declive) di materiale in parte sieroso in parte corpuscolato (E Coli ESBL + già presenta al colturale delle raccolte intraperitoneali). Paziente in discrete condizioni generali, non febbre, modica leucocitosi.Oltre al trattamento antibiotico già iniziato (Merrem) mi chiedevo quale potesse essere l’approccio migliore per la risoluzione del problema di parete (protesi esposta).VAC e successiva copertura con impianto cutaneo? Avete qualche suggerimento da darmi.

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